Conoscere Staglieno
Staglieno è una vera e propria mina vagante nel mondo culturale genovese e nel confinante settore del turismo: può fare esplodere mille emozioni, sentimenti e passioni attraverso quegli avelli ricchi di marmo ed ornamenti. E’ stato definito da Ernst Hemingway “una delle meraviglie del mondo” perché Staglieno è un universo nascosto, ma terribilmente affascinante; con la bellezza delle sue opere suggella il mistero della morte, che ammanta ogni singola manifestazione artistica.
Il silenzio, i porticati, il marmo a Staglieno non sono così remoti alle passioni erotiche, al calore delle carni, al distacco dai piaceri terreni, serpeggia un brivido di sensualità in questo curioso ambiente, dove la borghesia genovese si celebra senza riserve di retorica. Anche le metafore della vita, carità, lavoro, famiglia sono accattivanti: burrasche, voli d’angeli, onde del mare agitate, alberi che si slanciano verso il cielo.
E poi ci sono i vips, coloro la cui importanza ha raggiunto fama planetaria: l’angelo di Giulio Monteverde, che conosce repliche in tutto il mondo, seduttivo per lo sguardo carico d’inquietudine che rapisce lo spettatore per non lasciarlo più: è l’angelo della morte, che, come in altre opere a Staglieno, è seducente ed ammaliante, di una bellezza celestiale, immortale ed imperitura.
Ecco poi lei, Caterina Campodonico, la celeberrima venditrice di noccioline, che dopo una vita di lavoro e rinunce, mostra finalmente la sua statua nel bel mezzo di quelle consolidate convenzioni e convinzioni borghesi.
Ed infine tra gli illustri rappresentanti dell’umanità che qui hanno trovato l’ultimo ricetto, Giuseppe Mazzini, Nino Bixio, Mary Constance moglie di Oscar Wide, l’attore Gilberto Govi ed il cantautore Fabrizio De andré. Gli esempi qui proposti sono solo una infinitesimale galleria delle opere a Staglieno: il percorso guidato è una scoperta di un ambiente artistico e culturale di importanza nazionale che, attraverso l’immediatezza delle immagini, racconta l’intreccio quotidiano tra arte e vita.